Networking, trasformare un labirinto in rete di opportunità

Mai stati in Marocco? Se sì allora l’immagine di sinistra vi sarà familiare: è la Medina di Fez, il più grande labirinto del pianeta con 9000 vie e 40.000 strade senza uscita!

Una vista che mi riconduce ad un pensiero di preoccupazione e ad una sensazione di frustrazione, quella di un essere umano della nostra epoca che nel mare magnum della conoscenza, complessa nell’abbondanza di disponibilità e troppo rapida nel diventare obsoleta, non riesce a padroneggiarla da solo e soprattutto nel modo e nei tempi che vorrebbe.

Ma una soluzione si intravede al di là delle pareti del labirinto.  Ad Harvard definiscono il networking come il set di relazioni che sono critiche ( nel senso di strategiche) alla nostra capacità di fare le cose, proseguire nel nostro cammino e svilupparci da un punto di vista professionale: le condotte che trasportano informazioni e favoriscono lo scambio di opportunità.

Perché il networking è così necessario nella nostra vita? Innanzitutto perché ci consente appunto di migliorare velocemente ed esponenzialmente il nostro sapere. Non possiamo conoscere tutto, essere tuttologi e nemmeno abbiamo il tempo di dare la caccia a tutte le idee interessanti che ci sfrecciano intorno. Connetterci con altre persone, scambiare pezzi di conoscenza ci fa raggiungere la meta più velocemente, per non parlare della sensazione di energia positiva che deriva da questa collaborazione. Se poi queste connessioni diventano anche relazioni di reciproca fiducia, quando affronteremo sfide e difficoltà, ci sentiremo meno soli anche grazie a loro, agli altri professionisti che capiscono il nostro viaggio.

Dal punto di vista della leadership, fare networking ci mette in una condizione di miglior capacità di innovazione, di una più efficace gestione delle risorse che governiamo all’interno della nostra organizzazione grazie all’acquisizione di punti di osservazione esterni, di una vista più allargata e strategica che ci consente di vedere in anteprima i trend di business e gli stakeholder che dovremo affrontare nel futuro prossimo e prepararci per tempo.

Da dove si comincia a fare networking? Diciamo innanzitutto che è una abilità che si allena, non seghiamoci le gambe da soli pensando che sia solo un talento innato. Certo gli introversi fanno più fatica e alcuni si frenano pensando che sia solo un comportamento opportunistico. A questi ultimi consiglio di affrontare il networking capovolgendo l’ottica: pensate a ciò che voi potete dare agli altri nello scambio rispetto a ciò che potete ottenere da loro. Fine dell’egoismo.

Qualche settimana fa ci hanno provato 30 direttori Procurement e Supplychain di note aziende radunatisi per il “Procurememnt Executive Circle” di i-Faber. Seduti intorno a tavoli accomunati da un argomento prima personale e poi professionale, hanno stretto relazioni per più di un’ora avendo come obiettivo di imparare almeno 1 cosa da ogni persona al proprio tavolo che potesse diventare un indizio per rientrare in contatto con ciascuno dei compagni.

E così, parlando di gnocco fritto, catena del valore, moto GP o tappetini in gomma per box dei cavalli da corsa, hanno dato vita ad un laboratorio dal vivo del principio dei 6 gradi di separazione…e magari anche seminato per futuri business reciproci.

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