Candidate experience: cosa fa veramente la differenza?

Nel secondo incontro del S.O.R. , la community per pensare alla selezione in modo innovativo promossa da ZalaConsulting, è stato messo a fuoco il tema della tecnologia come elemento per superare i bias della selezione tradizionale gestita dal solo “umano”.

Nelle relazioni proposte dai testimonial della giornata, si è discusso molto di un argomento strettamente legato al processo in cui si inseriscono gli strumenti tecnologici, quello della “candidate experience”: il viaggio esperienziale compiuto dal candidato nell’accostarsi ad un’organizzazione per verificare il reciproco interesse e la propria idoneità per una posizione lavorativa, progetto o stage che sia.

La nostra conversazione è partita da un sondaggio promosso presso gli ex alunni del Master Organizzazione e Personale dell’Università Bocconi (età media 31 anni, Y Generation) che ha indagato cosa fa veramente la differenza per questa generazione quando si viene in contatto con un’azienda per una selezione. Quali sono in pratica gli elementi che danno al selezionando l’impressione di attenzione, cura, qualità ed equità del processo di selezione.

Ne emerge che l’esperienza dipende ancora in modo rilevante dal momento e modalità dell’incontro e confronto con le persone fisiche delle Risorse Umane e/o dei manager di Linea oltre che dalla facilità con cui si accede all’azienda per il processo di invio della candidatura (sito web, on line application).

Sempre da questo sondaggio, la candidate experience appare evidentemente influenzata dalla tipologia degli strumenti utilizzati: app, gamification, business game sono visti con grande favore perché, a detta del campione intervistato, consentono di misurare in modo accurato ed oggettivo le competenze di problem solving, organizzazione e gestione del lavoro, gestione dello stress associato alla pressione sul tempo.

Una vera sorpresa nella classifica delle preferenze di questi Millenials, è stato però trovare all’ultimo posto la dinamica di gruppo perché a loro detta “crea competizione fra i candidati”. Un punto che merita un approfondimento: nell’era dei social, dei team virtuali e del lavoro in gruppi di progetto in generale, questa generazione sembra voler evitare il confronto dal vivo quando si tratta di mettere in evidenza le proprie capacità e competenze per farsi selezionare.

Se il tema della selezione del futuro vi appassiona, la community è ancora aperta a nuovi partecipanti: prossimo incontro 18 giugno a Milano. Scrivetemi a: barbara.demichelis@gmail.com

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